giovedì 22 dicembre 2011

Caro Babbo Natale

Caro Babbo Natale,
ti scrivo oggi perché domani tornano le mie amiche e voglio ubriacarmi come una pigna, visto che non siamo tutte insieme da agosto.
Caro Babbo, l'anno scorso, più o meno di questi tempi, ti avevo chiesto di far bruciare tutti i miei ex in un grande rogo nel mio giardino. Non è successo. A quel folto gruppo, guarda un po', se n'è aggiunto un altro. Che, diciamocelo, potevi anche risparmiarmi. Ma chissà come, caro Babbo malefico, mi sono ripresa anche questo Natale. A parte l'ansia per i regali, ché io sono sicura anche quando penso di aver trovato un regalo fighissimo. Ma torniamo a noi. Oggi mi hanno detto che sono troppo polemica, io direi che ho uno spiccato senso critico: è ben diverso. Dunque non ti farò richieste che implichino dolore fisico ad altri.
Caro Babbo, io vorrei un lavoro vero. Uno stipendio quantomeno decente, ferie, diritti. E per favore, dì agli amici che si lamentano che almeno loro hanno avuto una tredicesima. A me pagano a 30 giorni, una miseria, e si lavora fino al 23 e il 26 si ricomincia. Ma secondo te questi lamentosi lo capiscono? Sai già la risposta.
Poi, Babbo, fammi venire una colica, una gastrite, un virus intestinale. Sto diventando un bidone e se continuo così non avrò più il coraggio di spogliarmi davanti a un uomo.
Proprio a questo proposito, c'è un tizio, forse te ne avrò parlato, di cui mi piace tanto l'odore. Ma proprio tanto tanto. Ecco, diciamo che vorrei che un giorno mi chiamasse, mi scrivesse, mi mandasse un segnale di fumo. Così, giusto per farmi felice in quel momento. Poi basta che mi porti davanti lui e una bottiglia di vino e faccio tutto da sola, lo giuro.
Last, but not least. In questo periodo sono circondata da mentecatti, rompicoglioni raccomandati che si credono fighi soltanto perché qualcuno li ha piazzati a lavorare lì, con uno stipendio vero, mooooolto lontano dal mio. Gente che parla solo di calcio e di iPhone, per dire. Gente che a malapena s'è presa un diploma perché non ce la faceva. Ecco, Babbo, quando questi coglioni mi si piazzano davanti, e mi parlano, e mi salutano, fulminali. Una bella scossetta elettrica, una paresi facciale, un'afonia momentanea.
Quanto al resto, Babbo, lascia tutto così. La mia famiglia, i miei amici bellissimi, la mia musica. Non mi deludere, ci conto.

lunedì 19 dicembre 2011

News

Non ho grandi notizie, in realtà. Di nuovo c'è che ho tagliato i capelli cortissimi, che sono ingrassata (odio già il Natale, mi ritroverò obesa il 6 gennaio) e mi detesto per questo. E sì, mi piace uno. Uno che mi vergogno a guardare negli occhi e a cui rivolgo pochissimo la parola. Io che mi vergogno: è praticamente un ossimoro. Uno non usato, non pazzo, non drogato, non poligamo, non maleducato, non puzzolente. Uno laureato, profumatissimo, simpatico, capace di scrivere/parlare in italiano corretto, timido. Se me lo descrivessero stenterei a credere nella sua esistenza, eppure l'ho avuto davanti agli occhi per tutta la sera, lo giuro. Cena di gruppo e poi cinema in quattro, ché nessuno voleva vedere quel film. Seduti lui, io, amica e amico che si frequenta/sta insieme ad amica (non s'è ancora ben capito). Loro si sbaciucchiavano e noi commentavamo il film. E io potevo sentire il suo odore e desideravo tanto sfiorargli un braccio, ad un certo punto ho pensato quasi di farmi coraggio e fare qualche gesto plateale. Ma poi mi sono ricordata che proprio oggi ho letto di uno condannato per aver palpeggiato una donna in un cinema e non vorrei fare quella fine.
E insomma sì, mi piace uno. Con un nome e un lavoro normali. E per un attimo ho avuto la malsana idea che mi piacerebbe conoscerlo, uscirci a cena senza ubriacarci, non andarci subito a letto, ma aspettare persino a dargli un bacio. Guardare un film, scoprire qual è il suo libro preferito e farmi raccontare la sua vita. Poi l'idea malsana m'è passata, soprattutto considerando che lui dei miei folli progetti non sa nulla. E a dire il vero non ho mica capito se io gli piaccio almeno un po'. Sembro una 14enne, lo so.
Ma la verità è che sono immensamente felice perché il peso sullo stomaco che avevo da mesi scompare a poco a poco. Perché per quanto non mi piaccia il Natale quest'anno provo meno fastidio del solito. Perché sembra che io sia riuscita a cancellare dal mio cervello qualcuno che non vuole far più parte della mia vita. E finalmente mi sono convinta che è lui che ci perde. E per una volta lo dico senza mentire a me stessa.
E insomma sembra che io, il tizio (nuovo), i miei amici e i suoi amici rischiamo seriamente di trascorrere insieme il Capodanno. E io lo so come ci riduciamo a Capodanno. E lo so che potrei dare il peggio di me. Ma, dicono, anche lui potrebbe non essere del tutto sobrio. Vorrei evitare di fare i soliti casini alcolici, ma tanto so che ogni volta me ne convinco, me lo ripeto anche mentre sono ubriaca, ma poi finisce sempre così.
Adesso però chiudo questo post delirante da letterina di Cioè, ché è il caso di dormire. Ma dato che le letterine si concludevano sempre con una domanda, voi che dite, come faccio a far capire al tizio molto timido di cui sopra che mi interessa?
Confusa1985

lunedì 5 dicembre 2011

Dicembre

Dalle mie parti la temperatura è insolitamente alta per essere dicembre e devo ammettere che non mi dispiace neanche un po'. Non ho mai amato il freddo eccessivo, che unito alle feste comandate mina il mio equilibrio a livelli letali. Fino ad un anno fa Natale significava tornare a casa, passare un po' di tempo con gli amici di sempre, riscoprire luoghi e sapori che potevi godere solo in quelle due settimane di vacanza. Ora è un po' diverso, sono in qualche modo tornata all'ovile, ho un lavoro molto precario che non mi consente di vivere da sola, non ho un uomo per le mani e sono convinta che passerò la sera della viglia a invidiare bonariamente gli amici che vivono fuori, sperando di seguirli presto. 

Detesto l'ansia natalizia, il caos delle musiche sparate nelle strade, la frenesia dei regali. Non mi piace essere obbligata a festeggiare o a comprare, preferisco farlo quando un amico non se lo aspetta, eppure so che come sempre mi piegherò anche quest'anno alle convenzioni sociali. In tutto questo c'è il fatto che sto mangiando e ingrassando a dismisura, che sono insoddisfatta perché vorrei cambiare molte cose della mia vita. Ma si sa, il momento è quello che è, lacrime e sangue, dobbiamo fare tutti dei sacrifici. Io però mi sono affacciata alla vita "reale" da pochissimo e sono già stanca di non sapere come andrà domani, di dover sempre in qualche modo dipendere da altri. A che serve allora aver studiato e faticato tanto per raggiungere un risultato?
In questo panorama c'è anche un'altra piccola macchia nera. Devo ammettere che credevo avrebbe fatto più male. Ma forse era quello che mi ci voleva. Mi ci volevano gli insulti e i pianti per chiudere definitivamente. Mi ci voleva sapere che lui sta uscendo con un'altra, che non sa se è felice, ma per ora sta bene. Mi ci voleva sentirmi dire che io tiro fuori il peggio da lui. E sì, mi ci voleva anche che tentasse di psicanalizzarmi, cosa che odio, come se poi lui potesse permettersi di giudicare qualcuno. Ha fatto male, non lo nego. Ma dal giorno dopo ho sentito una consapevolezza nuova, per la prima volta ho avuto davvero voglia di rinnovamento senza più nessuna intenzione di guardarmi indietro. E allora ho cancellato tutte le tracce: sms, mail, messaggi di vario genere. Una soluzione drastica, ma sembra che il taglio netto funzioni. Per la prima volta in nove mesi ho realmente voglia di aria nuova. Il pensiero ogni tanto torna ancora lì, è inevitabile, non ci si cancella qualcuno dalla pelle così in fretta. Ma ho davvero voglia di sostituire quell'odore con un altro e finora non era mai successo.

martedì 29 novembre 2011

Tu che conosci il cielo

Ho dei problemi con la religione, lo sai, e non so se esiste una vita dall'altra parte. Ma questa sera, per la prima volta nella vita, credo di averla percepita. Mentre piagnucolavo fumando alla finestra mi è sembrato di sentirti. Ho sorriso, con gli occhi ancora pesti dal pianto. Proprio mentre pensavo che non valesse più la pena andare avanti, sembri essere arrivato a strattonarmi forte, a ricordarmi che sono pensieri stupidi. 
E mi sono ricordata di te, che eri vicino anche se stavi così lontano. Del latte bianco freddo con lo zucchero e tu che non capivi come si potessero avere le idee così chiare a 3 anni. Pensa che oggi lo prendo ancora così, solo che è quello senza lattosio e in mezzo c'è un'intera macchinetta di caffè. Mi sono ricordata dei tuoi racconti, di te che mi ricordavi "quanto siamo intelligenti", sicuro che avrei fatto strada. Oggi vorrei dirti che quel risultato l'ho raggiunto, che sono fiera di me e so che lo saresti anche tu. Ma il mondo è strano e nessuno sembra ricevere ciò che merita. Però stasera mi hai sussurrato che ci sono un milione di cose per cui sorridere. Perché sto bene, e ho persone meravigliose accanto. Perché basta il sorriso dei miei nipoti per farmi pensare che la vita è bella. Perché quando guardo il sole o chiacchiero con le mie amiche mi convinco di essere molto fortunata. Perché in fondo ho solo 26 anni e c'è ancora tanto tempo. Perché anche se negli ultimi tempi mi sono sentita sola e ho temuto di non saper gestire tanti cambiamenti nella mia vita, basta un attimo per tornare quella che ero. E allora tutto riacquista più senso. Grazie, per quello che hai fatto stasera. Sono certa che in fondo non ti ho deluso, pensi ancora che io sia molto intelligente. Ho ripensato alle parole che ho scritto quando ti abbiamo salutato, e proprio non riuscivo a capire quando fosse il mio turno per leggere, e sono riuscita a fare casini anche quel giorno. So che le hai sentite e so che ti sono piaciute, non mi avresti regalato tanta calma per leggerle altrimenti.
Lo so, oggi non sono in grande forma, sento addosso tutta la stanchezza degli ultimi mesi e mi sembra di aver ricevuto una pugnalata da una delle persone a cui tenevo di più al mondo. Comincio ad aprire gli occhi, forse ho imparato qualche lezione. Tu però torna a scuotermi ogni volta che ce ne sarà bisogno.

lunedì 28 novembre 2011

Che amica sei*

Sono reduce da un weekend con due delle amiche più preziose che la vita mi abbia regalato. Un weekend fatto di molto sushi e molti dolci, tantissimo alcol, confessioni, risate e la consapevolezza che certi legami non si spezzano neppure dopo anni, si può stare lontane per mesi, ma sembra di non essersi mai lasciate. 
Quando stai così bene, quando ti circondano persone così belle, il resto non conta. Trovi il coraggio di tagliare i rami secchi, ti godi il sole primaverile della capitale, non ti preoccupi dei chili di troppo che ti stai regalando. Da domani si torna a regime, si smette di festeggiare e si ricomincia la vita vera. Ma voglio essere ottimista, voglio pensare che presto, nei primi mesi del nuovo anno al massimo, raggiungerò tutti i miei obiettivi. E' questa la potenza delle amiche.


mercoledì 23 novembre 2011

E allora io quasi quasi prendo il treno e vengo, vengo da te

Ogni tanto torna la voglia di prendere il treno e venirti a dire in faccia quello che sento. Che non può andare così, non è giusto, non era quello che mi avevi promesso. Succede sempre quando non sto bene, quando sono stanca o stressata e avrei bisogno del tuo ottimismo e di un abbraccio fortissimo. Succede quando mi sbucano le foto dei tuoi viaggi e mi vedo camminarti accanto in città sconosciute. Succede quando qualcuno parla di te, casualmente, senza nemmeno accorgersi che ogni volta è una fitta al cuore. La verità me l'ha sbattuta in faccia una delle mie migliori amiche stasera: "non dire cazzate, non ti è passata per niente". Eppure credevo di essere impassibile. Credevo che bastasse non vederti e non parlarti per dimenticare. Non è così, se dopo quasi 9 mesi sono ancora in queste condizioni. E dire che ho fatto di tutto per cancellarti. Io ci ho provato a distrarmi, lo sai anche tu. Me l'hai detto tu che "sono sempre la solita", che appena mi hai mollato sono tornata la solita pazza che si annoia dei maschi a scadenza più o meno regolare. Si dà il caso che nessuno sia come te. Nessuno ha la tua sensibilità e intelligenza. Nessuno mi tiene la mano quando ho paura, nessuno mi rassicura che andrà tutto bene anche questa volta. Con nessuno fare l'amore è così speciale, con nessuno riesco a dormire perfettamente incastrata come due pezzi di un puzzle. Nessuno mi diverte quanto te. Poi stasera un'amica mi ha parlato di quel libro, quello che ci ha legati casualmente fin dall'inizio, quello che ho finito di leggere un giorno d'inverno dopo averti salutato. Era l'ultima volta che facevo quel viaggio, ma ancora non lo sapevo. Ho letto l'ultima pagina con una grande malinconia addosso, ti ho mandato un messaggino, ma ancora non lo sapevo. Che dopo pochi giorni sarebbe tutto finito, che dopo molti mesi avrei ricordato ogni momento di quella giornata, persino gli orecchini che indossavo, persino che tu ti ricordassi che la sera prima te ne avevo fatto scegliere un altro paio, che però non stava bene col colore della maglia. Ho questo vizio io, di ricordarmi i particolari inutili. Eppure sono proprio quelli che fanno più male. Perché adesso che mi sento sola, adesso che avrei bisogno della tua carica, io non riesco a smettere di pensarci. E vorrei solo stare tra le tue braccia, ascoltando De André con una sigaretta in mano. E ti direi "vorrei che mi guardassi sempre come in questo momento". E tu mi risponderesti "cerca di essere sempre come sei in questo momento". Bene, sai una cosa? Io lo sono, sono ancora come ero allora. Rifarei tutto dall'inizio, ti lascerei entrare nella mia vita ancora un milione di volte. Ma tu non ci sei più. So esattamente il momento in cui ti ho perso, l'ho letto sulla tua faccia. Ora però mi sembra di non aver bisogno di altro, che di te. Fa male, non immagini quanto, sapere che non si torna indietro. E tu guarda se per colpa tua devo rovinarmi uno dei momenti più importanti della mia vita.

domenica 20 novembre 2011

Il 7 links project

Finalmente trovo un po' di tempo (e di cervello lucido) per prendere la palla che mi ha passato Ladybug, di La libertà non ha prezzo! Ecco un gioco divertente per rispulciare i propri vecchi post: il 7 links project!
Sette categorie per mettere in evidenza sette post del blog. Una volta fatto, si passa la palla ad altri sette blog. Non è stato facile, un po' perché non credo di aver scritto post estremamente significativi o memorabili, un po' perché il mio spazio è nato da pochi mesi, ma dopo lunghe riflessioni ecco le mie scelte!

1) Il post il cui successo mi ha stupito
Credo che sia Friend with benefits. L'ho scritto più come una sorta di promemoria per me stessa, per ricordarmi che potevo stare benissimo così, da sola, senza voltarmi indietro a cercare persone che avevano scelto di andarsene. E invece a quanto parte il tema del trombamico incuriosisce un bel po'!

2) Il mio post più popolare
Si tratta di Sciatteria femminina, che ha scatenato un dibattito interessante, segno che per qua sono passate e passano delle menti niente male.

3) Il mio post più controverso
Certamente è Una paura talmente folle, non solo per il titolo inquietante. Non mi sarei mai aspettata di ruscire a scrivere, seppur protetta da uno schermo e da uno pseudonimo, cose che mi hanno fatto tanto male e che ancora oggi si fanno sentire. Sembrano appartenere ad un passato lontano, ma ogni tanto riemergono. Confessarle "al mondo" e ricevere la solidarietà di chi mi ha letto è stato di grande aiuto

4) Il mio post più utile 
In Gli esami non finiscono mai c'è una piccola guida per cercare di superare indenni ed esteticamente accettabili il periodo di esami, di qualunque tipo. Non ho buona manualità né senso pratico, qui è impossibile trovare consigli di cucina/bricolage/trucco!

5) Il post che secondo me non ha avuto l'attenzione che meritava
Uomini assurdi volume V: la ventosa non merita di essere snobbato così! Sarà che il tizio di cui parlo era davvero assurdo o perché le mie amiche mi prendono in giro ancora a tre anni di distanza, ma mi aspettavo di provocare qualche risata e commento al vetriolo in più!

6) Il mio post più bello
Non ci ho messo molto a scegliere, è di certo Buon compleanno. Per il periodo particolare in cui l'ho scritto e per l'affetto immenso che provo nei confronti dell'amica a cui era dedicato. Perché abbiamo festeggiato il suo 27esimo compleanno a dovere e ci siamo unite, se possibile, ancora di più. Perché le amiche come lei sono quanto di meglio si possa avere e riuscire a dimostrarlo, anche su un blog, è una soddisfazione.

7) Il post di cui vado più fiera
Credo sia Analfabetismo sessuale e uomini assurdi (volume I), perché in quel periodo mi sono trovata in situazioni esilaranti che mi hanno spinta a regalare alla blogosfera alcuni dei miei più disastrosi (e divertenti) scontri con l'altro sesso. 

Ecco dunque i sette blog a cui passo la palla:

1) MichiVolo di Come prendere un caffè
3) Micol di Di tutto un po'
5) Emy di So' problemy