lunedì 18 luglio 2011

Una paura talmente folle

Ho avuto una sola storia lunga nella vita. E' durata circa un anno e mezzo. Lui tentava di irretirmi da almeno due anni. L'ho conosciuto a lezione di Inglese, lui era lì solo per mettere la firma di presenza, io seguivo interessata e partecipavo alle discussioni. Una volta mi ha beccato in macchina mentre aspettavo un amico. Si è avvicinato e ha cominciato a chiedermi da dove venivo, a che anno ero iscritta, cosa facessi lì. Una sera il mio vicino ha bussato alla cucina della finestra per chiedermi una scatoletta di tonno: doveva improvvisare una cena e non aveva nulla di commestibile. Lui è sbucato da dietro le sue spalle, improvvisamente interessato alla serata. Non so come e perché io abbia ceduto. Era l'inizio dell'estate, ero magra e bella come non sono mai stata. In giro con amiche a bere sangria, abbiamo incontrato lui. Doveva fare uno degli esami più difficili che io avevo già dato, gli ho offerto qualche consiglio. Il giorno dopo me lo ritrovo di fronte in biblioteca. Mi ha fissata tutto il tempo senza riuscire a studiare, la bocciatura è stata d'obbligo. Poi mi ha chiesto la mail. E ho rimediato un invito a pranzo, un caffè e decine di sms simpatici e piacevoli al giorno. Alla fine della settimana, ero ad una festa di laurea, è venuto a rapirmi e m'ha portato a fare il bagno di notte. E' finita, chissà poi come, che mi sono innamorata. Di lui mi piacevano i piccoli gesti, le attenzioni, le sorprese. I primi tre mesi sono stati meravigliosi. Ho passato uno delle estati più belle della vita. Poi è arrivato l'autunno. L'abbronzatura è finita nello scarico della doccia, io sono ingrassata per una serie di problemi di salute. Era un periodo difficile, di cambiamenti che mi facevano paura. Mi sentivo debole. E lui ha iniziato a cambiare volto. S'è trasformato nell'opposto di quello che era all'inizio. Non so come io abbia fatto a resistere ancora un anno intero. C'erano giorni perfetti, risate e complicità e poi di colpo lui s'incupiva, per una battuta sbagliata, per un mio piccolo malumore. Vederlo era come giocare alla roulette russa. Temevo di parlare perc non farlo arrabbiare, bastava contraddirlo minimamente perché se ne andasse come un bambino capriccioso. Ricordo pomeriggi interi ad urlare con una tale violenza che alla fine mi sentivo svuotata e non ricordavo più nemmeno quale fosse la causa della discussione. Ricordo ore di lacrime disperate. Ricordo il desiderio di morire, perché ero entrata in un vortice che mi soffocava. Ricordo le volte in cui mi hai fatto male, dentro e fuori. Non ho mai chiesto aiuto a nessuno. Mi vergognavo. Più lui mi trattava come uno straccio, più pensavo di averne bisogno. E' una sensazione che non so spiegare, mi sembra incredibile di aver permesso e tollerato tanto. Io ero arrivata a pensare di meritare quello. Pensavo che lui mi amasse. Perché me lo ripeteva, in lacrime, dopo ogni volta, dicendo che era costretto a comportarsi così perché io sbagliavo. Me lo ha ripetuto spesso, dopo, che io lo sottoponevo ad angherie. Ha usato proprio questa parola. Non ho mai chiesto aiuto a nessuno. Mi vergognavo. In uno dei litigi più clamorosi, fece finta di non vedermi ad una festa in cui eravamo stati invitati entrambi. Mi passo vicino senza salutarmi. Io avevo una benda sul braccio per nascondere i segni e le calze pesanti perché la gamba destra era coperta di lividi. Alcune amiche hanno visto, sono crollata e ho detto la verità. Ma non sono riuscita ad uscirne, nonostante tutto. E' stato duro e faticoso uscirne. E ancora oggi dubito che certe cose si cancelleranno mai del tutto. Ho dovuto prima convincermi, di nuovo, che io sono una persona capace, in grado di rendere felici gli altri e che soprattutto non merita botte da chi dichiara amore. Ho dovuto recuperare la mia forza, la mia vita. Non so come ci sono finita e ancora meno so come ne sono uscita. Sembrava impossibile. Un attimo parlavamo del nostro futuro, di una possibile convivenza, e un attimo dopo mi prendeva di peso per scaraventarmi fuori dalla porta. E' umiliante pensarci e fa ancora male. Non sono molte le persone che conoscono questa storia e raccontarla dalla tastiera non è nemmeno più facile. Ma voglio sperare che la legga qualcuno che si trova nella mia stessa situazione di allora. So che non è abbastanza per liberarsi di un tale peso, ma può essere una minima via di uscita. La cosa brutta, però, è che temo di non essermi ancora liberata da quei brutti ricordi. A volte tornano con una prepotenza che fa male. Mi basta incontrarlo per strada o incrociare sua madre per far riemergere tutto. La verità è che ho paura. Temo di infilarmi di nuovo in una situazione del genere. Temo di non essere in grado di gestire una relazione sana e normale. E, ancora peggio, c'è una minima parte di me che teme di essersi meritata tutto ciò che m'ha fatto. Non so cosa fare. Sono passati quasi due anni da quando me ne sono liberata e certe sensazioni non passano. Nemmeno l'uomo che m'ha spezzato il cuore, che pure m'ha resa molto felice, è stato in grado di cancellarle. Ogni tanto spuntavano, anche mentre ero con lui. E mi bastava una sigaretta guardando Saviano con lui per essere estremamente felice. Ho paura. Una paura talmente folle che inizio a pensare di dover ricorrere a qualcuno che possa aiutarmi davvero. 

3 commenti:

  1. Hai avuto un coraggio incredibile, hai scritto della tua vita, delle cose che ti hanno fatto male e ancora te ne fanno, ma mettendole su carta è come se tu avessi affermato quella che sei adesso. Riconoscendo le paure si possono evitare. Ironizzo spesso sui rapporti sentimentali, soprattutto per sdrammatizzare la mia vita e alleggerire le cose pesanti che ho vissuto e che vedo che mi fanno ancora male. Voglio pensare che però nonostante l'esperienze negative (anche io sono rifinita in un centro anti-violenza dove mi hanno sostenuta per uscire da una situazione di merda) queste non possono toglierci la speranza di vivere felici e serene.
    Io tifo per te (e anche per me ;)

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  2. Io voglio pensare che ho ancora tanto tempo davanti per cancellare certe cose e imparare a gestire le relazioni. E lo voglio pensare anche per te! (Grazie)

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  3. Iris innanzitutto abbandona queste paure, gli errori che si commettono servono per spianare la strada per crescere. Mi dispiace per questa storia e come il tutto sia accaduto, ma concediti di dire dei no...questo genere di uomini è psicolabile e rende te altrettanto.
    Il tempo rimargina le ferite, non le cancella, le cicatrizza come meglio può, ma i segni rimangono. perciò parlane con qualcuno, a volte buttare tutto fuori è un buon palliativo.
    il mio commento arriva in ritardo, ma ad ogni modo un grande in bocca a lupo!

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