mercoledì 10 agosto 2011

Tintarella e uomini assurdi (volume II)

L'anno scorso, di questi tempi, avevo una tintarella invidiabile. Il merito va al tipo che frequentavo, ai più noto come "quella è una cosa che potevo decisamente risparmiarmi". Ecco dunque che arriva (rullo di tamburi) il secondo episodio degli uomini assurdi della mia vita. Per comodità, da questo momento, lo chiameremo l'Evitabile. 
L'Evitabile ha contribuito in maniera notevole alla mia tintarella grazie alla bellissima casa dei suoi, dotata di Jacuzzi in cui più di una volta mi sono refrigerata nei caldi pomeriggi di agosto. Effetto collaterale del mio refrigerio e della mia tintarella era l'insana ossessione che l'Evitabile aveva per la sottoscritta. Passi che si fosse infatuato di me anni prima, vedendomi all'università, ma senza mai rivolgermi parola. Passi anche che si fosse dichiarato, sempre senza avermi mai parlato, nella casella di posta di Facebook, una sera in cui particolarmente ubriaco e ispirato si era dedicato all'ammirazione delle mie foto. Passi anche che per mesi ci eravamo scritti, senza mai parlarci/salutarci, sempre su Facebook. Quello che proprio potevo evitare era insistere per vederci. Ero consapevole di averglielo chiesto più per noia che per reale curiosità: il periodo era fiacco, ero sotto tesi e presa da mille altre cose, combinavo casini di vario genere e chissà come volevo infilarmi in altri. 
Il giorno in cui dovevamo uscire per l'aperitivo mi è venuta la rosolia. A 24 anni suonati. Immagino che una qualche entità superiore volesse mandarmi un segno, ma io, stolta, mi sono intestardita. Così, poco più di una settimana dopo, passata la febbre e scomparsi i segni della malattia, mi sono fatta offrire questo aperitivo. Tra noi non è partita col piede giusto, in realtà. Lui è arrivato in ritardo. Io, complice il buio, la foschia della sera invernale e la mia leggendaria miopia, non l'ho neppure riconosciuto. Ho solo pensato "chi è questo cretino che mi si avvicina sorridendo?". Mea culpa. Mi sento persino un po' in colpa, per tutto. E soprattutto spero che non legga mai queste righe e soprattutto non si riconosca mai nelle mie parole poco carine. Ma tant'è, la mia testardaggine è continuata. 
Lui era molto gentile e premuroso, io avevo terribilmente bisogno di attenzioni, di farmi viziare e assecondare. E' finita che ho creduto di essere molto presa e, più o meno un paio di mesi dopo, mi sono concessa. Tralasciando i numerosi complessi di Evitabile, che spesso veniva colto da crisi esistenziali dato che non riusciva a dare esami all'università, e la sua  ammirazione incondizionata per qualunque cosa facessi, questa relazione aveva un'altra serie di simpatici effetti collaterali. In tutta sincerità al momento gli unici benefici che riesco a ricordare erano i pomeriggi al sole con Coca Cola Zero ghiacciata accanto e le mille attenzioni. Attenzioni che presto hanno iniziato a soffocarmi. Senza contare che Evitabile parlava (probabilmente lo fa ancora) come un bambino di 5 anni. Un tripudio di diminutivi e nomignoli. Roba che ogni volta che mi diceva "dove hai la macchinina" le mie orecchie iniziavano a fumare e immaginavo di spaccargli la faccia con una mazza da baseball. Ma questo solo perché io sono insofferente e un po' psicotica.
Il punto dolente di Evitabile era proprio la macchina. Lui non aveva la patente. Aveva ritenuto di non averne bisogno o di avere paura di guidare, non ho mai ben capito. Così ogni sera, per tutta l'estate, io, che odio guidare e piuttosto metterei la mia macchina nelle mani del mio nipote 3enne, dovevo andare a prenderlo. 20 minuti per raggiungere casa sua. Poi si decideva dove andare, più o meno sempre nel solito posto. Dove però io, ragazza spugna per eccellenza, non potevo mai bere nulla di più alcolico di una birra, perché dovevo guidare. E ancora dovevo riportarlo a casa. E finalmente riuscire a tornare anch'io. Per me uno stress atroce, che non gli ho mai rinfacciato. Mentre il gran signore mesi fa mi ha scritto in un melodrammatico messaggio di "aver sputato sangue per me". Avrò anche il metro di giudizio offuscato, lo ammetto. Ma tutto 'sto sangue dov'era? 
Come se non bastasse, Evitabile era affetto da un altro simpatico effetto collaterale. Era totalmente asociale con persone al di fuori della sua cerchia ristretta. Io accettavo e assecondavo, in fondo la maggior parte dei suoi pochi amici erano simpatici. A dire tutta la verità, uno di questi mi piaciucchiava anche un po'. Era proprio il mio tipo: carino, simpatico e "rozzo" quanto basta, ironico, intraprendente. Evitabile dev'essersene accorto, perché un giorno mi ha accusata di provarci con l'amico "perché ridevo alle sue battute". Mi sono offesa a morte, soprattutto per la stupida argomentazione della sua accusa. Una sera gli ho chiesto di andare a ballare con i miei amici. Per farlo accettare siamo dovuti andare a cena con i suoi, che hanno iniziato a parlare dei "bei tempi che furono" nella loro costosissima scuola privata gestita dalle suore. Un posto dove non manderei neppure il mio peggior nemico. Arrivati nel locale dov'erano i miei amici lui scompare. Non è che stesse facendo qualcosa di male, no. Lui girava il locale in circolo, ogni tanto ricompariva, sbuffava, mi chiedeva quando saremmo andati via e ripartiva. Un'ora e mezza di supplizio, fino a che, sfinita, ho accettato di andarcene. Ma avevo avuto la brillante idea di non portare la macchina, per poter brindare con i miei amici. Così ho dovuto subire anche il senso di colpa del "ora dobbiamo prendere il taxi". Con che modalità melodrammatiche ve lo risparmio.
Ad ogni modo, in poco tempo ho iniziato a sentire come una corda al collo. Così, arrivato settembre e tornata alle mie solite abitudini, ho iniziato a vedere le cose da una prospettiva diversa. E quando Evitabile mi ha attaccato una pippa ininterrotta di due giorni perché, nell'ordine, avevo commentato un articolo pubblicato da un mio ex trombamico (un pezzo del Fatto Quotidiano di Berlusconi, praticamente per me un invito a nozze) e non lo avevo chiamato per due ore mentre ero all'aperitivo di compleanno di una mia amica stretta, ho tagliato di netto quella farsa. Poi ci sono state tragedie, telefonate anonime, pianti, accuse, promesse, ricatti, minacce di vario genere. Non mi sono pentita neanche per un attimo. La conferma l'ho avuta quando, mesi dopo, mi ha telefonato durante un pomeriggio con l'uomo che m'ha spezzato il cuore per chiedermi indietro un regalo che "serviva ad un suo amico". Praticamente un signore. Come se non bastasse, dopo m'ha inviato una serie di patetiche mail per accusarmi di "non avere un cuore". Probabilmente vero, ma non per ciò che pensa lui. 
Da un po' ha smesso di farsi sentire e di chiamarmi ogni sabato alla stessa ora col numero anonimo. Ho saputo (God bless social networks) che sta con una 20enne. Entrambi, a giudicare da ciò che scrivono, sono poco svegli e hanno una pessima conoscenza della grammatica e della sintassi. Ma mi regalano grasse risate e per questo io nazista della lingua italiana li perdòno. Solo una cosa non mi va a genio. Io sono ancora qui che mi struggo (ma non troppo) per un uomo* che non mi vuole più. Non sarà mica che Evitabile m'ha fatto una macumba e il karma mi punisce così?

*(Questo altro genio mi ha chiesto di vederci nei prossimi giorni, visto che lui è dalle mie parti. Ho una paura folle e ancora non ho ben deciso cosa fare. Sto cercando salvagenti ovunque, ma le risposte più comuni sono "Non ci andare" o "Devi andarci da sola perché dovete parlare". So già che mi ci fionderò come una kamikaze, come mio solito piangendo in macchina al ritorno per non smentire i finali melodrammatici che mi contraddistinguono. Spero di smentirmi, per una volta.)

4 commenti:

  1. A me fai sorridere e riesci a raccontare in modo appassionato fatti che se tu non scrivessi così bene mi annoierebbero. Questo indipendentemente dalle cose che ti succedono. Tutto ciò non servirà a chiarirti le idee, evito alla grande di entrare nel giro dei luoghi comuni, sono spesso troppo affollati e noiosi ;)

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  2. Ti ringrazio davvero per i tuoi complimenti sempre presenti! Come mi ha appena scritto un'amica, l'importante è fare quello che ci si sente, senza preoccuparsi dei rimorsi che potrebbero venire a posteriori!

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  3. ho letto tutto d'un fiato questo racconto, vuoi perchè queste storie mi appassionano, vuoi perchè un tipo come l'evitabile l'ho conosciuto anch'io, non era proprio identico, ma per certi versi gli assomigliava molto....e pensa te ci sono rimasta insieme 5 anni!
    oggi un tipo così lo riconoscerei subito e starei alla larga, manco fossi in astinenza da anni...

    per quanto riguarda il tipo, vederlo o no...ti dico fà ciò che ti dice il cuore consultando anche la testa!

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  4. ahahha.
    questa tipologia mi manca...

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