sabato 25 giugno 2011

Sentimenti unisex

Questa sera nella ridente città del centro-sud in cui vivo ho incontrato due uomini mano nella mano. E' una cosa rara in una realtà così provinciale, non credo di averne mai visti qui. A colpirmi non è stato tanto questo, quanto il fatto che i due fossero, almeno all'apparenza, nordafricani, quindi presumibilmente musulmani. Mi è sembrato un ottimo segno di speranza e di integrazione. Così mentre passavo oltre in macchina, complice il libro della Fallaci che sto divorando e la mia precaria situazione sentimentale, ho iniziato a pensare all'amore. Sono anni che m'interrogo su quale sia la forza che spinge a voler bene incondizionatamente a qualcuno, desiderare il meglio per questa persona, esserne attratto fisicamente nonostante i difetti fisici, perdonare tutti gli sbagli. Non credo che riuscirò a darmi una risposta, né tanto meno a spiegarmi le mie cicliche infatuazioni. Il pensiero s'è rivoltato in maniera naturale sull'unico che in questo momento vorrei. Quello che mi farebbe passare la voglia di birra, di festa, di ragazzi carini, di concerti, di estate vera. Tutte cose che al momento mi sto godendo in pieno, fingendo di essere una gran figa che può avere tutti gli uomini che vuole (e volete sapere un segreto? basta far finta di esserne convinte perché se ne persuadano anche gli altri!). Eppure c'è sempre il tarlo per cui rinuncerei a tutto questo. Quello per cui mi trasferirei in una nebbiosa città del nord accettando di fare anche la lavapiatti. Quello a cui perdonerei tutto il male che m'ha fatto e che ancora mi sta facendo. Quello con cui il sesso è sempre stato perfetto e io temo che non sarà mai più così con nessuno. E no, lui non è nemmeno così bello. Ha persino il naso troppo grande e pochi capelli. Ha un odore talmente buono che lo respirerei per ore. E sì, è pieno di difetti, testardo come un mulo e a volte persino un po' semplice. Io però ci andrei mano nella mano in capo al mondo. Come i gay musulmani che ho visto questa sera, che a dirla tutta non erano poi così attraenti. Non sarà davvero un cancro, questo amore, come sostiene la Fallaci? Non sarà una malattia inspiegabile e contro cui non si può lottare? Io in quarto di secolo non l'ho ancora capito, magari tocca restare in questa vita per almeno un altro quarto per riuscire a comprenderlo.

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