giovedì 1 settembre 2011

Settembre

Se dovessi dare un odore all'ultimo mese, sarebbe quello della pelle bagnata dall'acqua di mare, su cui ancora resiste il profumo della crema solare.

Se dovessi scegliere un sapore, sarebbe quello delle linguine allo scoglio e della birra ghiacciata.

Se dovessi mettere da parte un'immagine, sarebbe quella della mia pelle abbronzatissima, dei sorrisi sinceri delle mie amiche, che ogni stagione sono sempre le stesse, da anni.

Se dovessi conservare un suono, sarebbero le nostre risate, le canzoni che abbiamo ballato, quelle che abbiamo stonato e tutti i pettegolezzi che ci hanno accompagnato.

Voglio che questi ricordi mi accompagnino fino a giugno prossimo. Voglio poterli recuperare ogni volta che ne avrò bisogno, ogni mattina in cui il cielo sarà troppo grigio e la mia pelle troppo spenta. Voglio potermici curare ogni ferita e ogni lacrima. Voglio usarli come talismano per i prossimi mesi, che potrebbero cambiare la mia vita o farmi restare incatenata qui per sempre. Voglio avere un promemoria efficace che mi rammenti che nessuna sconfitta riuscirà mai a togliermi tutto questo. L'amore della famiglia, i pranzi della domenica ancora rintronata dagli eccessi del sabato sera e "prendi che si fredda" e "zia vieni a giocare con me" e "dai stasera andiamo a ballare e guido io così tu puoi bere" e "amiche meno male che ci siete voi".

Poi vabbè, ci sono un trombamico niente male, le sagre, i concerti, il cibo, le sbronze, le chiacchiere fino a tardi, i danni, le ferite di guerra. E tutto il resto sembra perdere senso. Non può esserci più spazio per chi tiene a me solo a parole. Sono i fatti a costruire i rapporti e adesso so di averne bisogno più che mai. Settembre è arrivato, e adesso comincia il bello.


E no, chiamarmi mentre paghi alla cassa automatica della Coop perché avevi voglia di salutarmi, caro mio, non è per niente sintomo di affetto. Quindi puoi beatamente andare a farti fottere: tu, la Coop, il salame e i tuoi messaggi finto-simpatici dei miei stivali. 


(il post era troppo delicato per non essere sporcato dalla mia solita vena camionistica)

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